Malala

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Ciao a tutti,

qualche settimana fa abbiamo parlato in classe dei diritti delle donne. Ci siamo soffermati anche sull'esperienza di Malala Yousafzai, una ragazza pakistana che per il suo impegno in favore dell'istruzione femminile ha dapprima subito un attentato e poi, salvata per miracolo, qualche anno dopo ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace.

Avendo visto in libreria il libro in cui Malala racconta la sua storia, che si intitola proprio Io sono Malala, ho pensato di comprarlo e di leggerlo.

Malala ha scritto questo libro assieme a Christina Lamb, una giornalista inglese esperta delle vicende dell'Afghanistan e del Pakistan. A me piace molto viaggiare, e mi hanno colpito i racconti della sua terra di origine, lo Swat, una valle del nord del Pakistan, divisa dal resto dello stato e dal vicino Afghanistan da alte montagne.

Malala descrive lo Swat come una zona molto bella, dove non fa sempre caldo come in altre parti del paese; nel libro c'è anche una foto di lei mentre gioca con suo fratello nella neve.

Dopo l'attentato, l'intera famiglia è stata costretta a trasferirsi in Inghilterra, così la protagonista ha molta nostalgia della sua terra d'origine, dove sono rimaste le sue amiche, in particolare Moniba, l'amica del cuore, e Malka-e-Nur, con cui gareggiava per il titolo di miglior studente del distretto.

Nonostante fosse sempre una delle più brave a scuola, Malala non nasconde di avere dei difetti: ad esempio fa molta fatica ad alzarsi la mattina e litiga spesso con suo fratello Khushal. Mi ha fatto sorridere anche quando racconta che uno dei suoi insegnanti diceva che lei era un politico nato, perché all'inizio degli esami diceva sempre: "Signore, voglio solo dire che lei è il miglior insegnante e che la sua materia è la mia preferita!"

La famiglia di Malala era molto povera quando lei era piccola; suo padre Ziauddin aveva deciso di fondare una scuola, ma gli studenti erano pochi e spesso i loro genitori pagavano le rette in ritardo. Nella cultura pakistana, i genitori sono contenti solo quando nasce un figlio maschio, ma Ziauddin fin dalla nascita supporta in tutto la figlia, incoraggiandola a studiare, ad impegnarsi e a ragionare con la sua testa.

Quando un predicatore dei talebani, di nome Fazlullah, comincia nel 2007 a trasmettere via radio, la situazione nello Swat peggiora velocemente. Il governo si disinteressa ed un po' alla volta i talebani prendono il controllo ed impongono le loro regole, in particolare cercando di vietare alle ragazze di studiare. 

La famiglia Yousafzai si oppone; Malala scrive su un blog e continua a farlo anche dopo la chiusura forzata della scuola. Questo la rende conosciuta in tutto il Pakistan, fino a vincere un premio importante. I talebani vengono scacciati dallo Swat ma continuano a fare minacce ed attentati, finché nel 2012 un uomo sale sul bus che la porta a scuola e le spara contro, ferendola gravemente alla testa. Solo grazie a diversi interventi chirurgici e al trasferimento all'ospedale di Birmingham, in Inghilterra, Malala riesce a salvarsi e a ritornare quasi come prima.

Nel 2014 è stata la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace. 

Mi ha molto colpito il coraggio di Malala e di suo padre in tante situazioni, sia quando vivevano nello Swat che dopo, ad esempio quando lei è stata chiamata a parlare all'assemblea delle Nazioni Unite. Non deve essere facile parlare di fronte a tutti i capi dei governi del mondo, ma lei scrive di non essere stata emozionata.

Spero che il suo esempio possa incoraggiare tutti noi a non avere paura e a combattere per quello in cui crediamo.

 

Francesco 2^B